Ci sono esperienze che, anche a distanza di anni, continuano a pizzicare dentro. A volte basta un’immagine, una frase, un odore, e il corpo reagisce come se tutto stesse accadendo di nuovo. Il problema non è “ricordare”: è che quel ricordo ha ancora troppa forza.
La Flash Technique nasce proprio per questo: aiutare le persone a ridurre l’impatto emotivo dei ricordi difficili senza doverli ripercorrere nei dettagli e senza rivivere la sofferenza.
Il cuore del metodo è sorprendentemente semplice. Invece di entrare nel ricordo e riviverlo,si lavora a distanza di sicurezza. La persona pensa al ricordo solo per un attimo, quasi di sfuggita, mentre l’attenzione viene mantenuta su qualcosa di neutro o piacevole. È un po’ come tenere una porta socchiusa: il ricordo è lì, ma non invade la stanza.
Nel frattempo il terapeuta introduce una serie di brevi “flash”, piccoli spostamenti dell’attenzione guidati e ritmici. Questo aiuta il sistema nervoso a fare ciò che spesso non riesce più a fare da solo: rielaborare. Senza sforzo, senza esposizione dolorosa, senza sentirsi travolti.
Il risultato? Il ricordo perde la sua carica emotiva. Non scompare — non è questo l’obiettivo — ma smette di dominare. Le immagini diventano meno intense, il corpo non reagisce più nello stesso modo, e ciò che prima sembrava ingestibile diventa finalmente affrontabile.
Molte persone descrivono la Flash Technique come un sollievo: un modo gentile, rispettoso e sorprendentemente rapido per liberare spazio dentro di sé. È utile quando parlare è troppo, quando la paura prende il sopravvento, quando la finestra di tolleranza è stretta e serve un approccio più morbido
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